MONGOLIA, LAND OF CONTRASTS
I rigidi venti siberiani fanno di Ulan Bator la capitale più fredda del mondo dove i grattacieli di nuova costruzione convivono con le yurte (le abitazioni tradizionali mongole simili a tende), con gli edifici di stile sovietico degli anni quaranta e con i palazzi di cemento armato degli anni successivi. Circa il 30 per cento dei suoi abitanti è nomade o seminomade e vive spostandosi nelle vaste steppe del paese, allevando capre, pecore e cavalli. Ulaan Baatar, l’Eroe Rosso, nome odierno dalla capitale, si riferisce al tipografo nel 1919 ventiseienne Damdin Sùhbaatar, amico di Lenin e fondatore della Repubblica Popolare di Mongolia, insieme a lui un venitreenne telegrafista, Horloogijn Čojbalsan che gli succederà e guiderà il paese fino al 1952 ed erigerà per l’amico un mausoleo nella piazza principale della capitale, purtroppo smantellato nel 2005 per far posto a una grande statua di Gengis Khan attorniato dai suoi figli a cavallo. La Mongolia è interamente circondata dalla Cina e dalla Russia ed è una repubblica presidenziale. La Mongolia è lo stato con la densità di popolazione più bassa del mondo: due terzi dei suoi 3 milioni di abitanti vive nella capitale. L’incredibile sviluppo economico degli ultimi anni della Mongolia è principalmente un riflesso dello sviluppo cinese e si deve alla presenza di alcuni dei più vasti giacimenti di carbone al mondo e alla notevole quantità di rame. Il carbone è fondamentale per le acciaierie e le centrali elettriche, mentre il rame viene utilizzato per realizzare i cavi elettrici delle città cinesi e per la produzione di batterie, legata al mercato in pieno sviluppo delle macchine elettriche. Il Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo è diventato coi primi anni ’90 il Partito del Popolo Mongolo. Il partito, con brevi pause e una dichiarata svolta socialdemocratica, governa ancora oggi. La difesa dei posti di lavoro è stata una costante di questo quarto di secolo, una visione del mondo e un approccio alla vita che dei diritti sanciti dal modello socialista ha dedotto una scelta non discutibile per la politica. Scelte che fanno della Mongolia una nazione impegnata nella costruzione di un mondo multipolare, capace di mantenere ottime relazioni con tutte le nazioni socialiste asiatiche e in particolare con la Cina.